Roggero su Amag: “Laguzzi non è all’altezza, suggerisco cambio di passo”
Il capogruppo della Lega in Consiglio ad Alessandria: “Sono stati erogati quasi 2 milioni di euro in consulenze, ma i problemi restano e aumentano”
06 Agosto 2024 - La Stampa
La Lega contro l’assessore Giorgio Laguzzi e l’intervista pubblicata l’altro giorno. «Lui dice: “trascurato il controllo di gestione in Amag, per noi la presidente Franzino è risolutiva” – spiega il capogruppo in Consiglio Mattia Roggero –. Ma perché allora nel 2023 è stato speso più di un milione 800 mila euro in consulenze e mai come oggi si registrano disservizi, con ultimo caso quello delle doppie bollette dell’acqua? Questo a fronte dei soldi spesi e del fatto che la Franzino non è nuova nel gruppo: era amministratrice di un paio delle società di consulenza».
Roggero, ma il problema delle operazioni di contabilità fatte ancora a mano e magari per due volte?
«Tutte stupidaggini, comprovate anche da sistemi che erano stati presi in precedenza. A chi si riferisce Laguzzi? La Franzino c’è da almeno due anni, sono state erogate un mucchio di risorse, a che sono servite se ancora ci troviamo di fronte a problemi e vediamo che, è anche il caso dei rifiuti pericolosi non accolti da Amag Ambiente, le colpe le facciamo ricadere sempre sui dipendenti, come denunciano i sindacati».
Dunque Laguzzi ha torto su tutta le linea?
«Visto il poco che è stato fatto in questi due anni, ritengo che l’assessore stesso non sia all’altezza della situazione e serva un cambio di passo».
Ma a proposito di cambi di passo, il contratto di rete dell’idrico, ora contestato dal ministero salviniano delle infrastrutture, non era stato messo in campo dall’amministrazione precedente nominata dalla giunta Cuttica?
«Il Mit ha fatto proprie le valutazioni di Arera, l’autorità di regolazione, la stessa che aveva avallato quel contratto nel 2019. Anche qui bisognerebbe capire qual è davvero la valutazione dell’authority. Del resto lo dice anche l’Egato 6, l’autorità d’ambito: è stato fatto tutto secondo la legge, tanto che sia Arera sia tutti gli organismi di controllo avevano dato parere positivo. Per noi il tema resta uno: la gestione delle reti idriche deve rimanere in capo agli enti pubblici».
Da qui il problema dell’unificazione con Novi.
«Infatti. Nel gruppo Acos, di cui fa parte Gestione Acqua, c’è anche Ireti di Iren, società quotata in borsa. Invece per noi il privato non deve entrare nel patrimonio comunale, cioè appunto nelle reti, siano esse di acqua o del gas. Altro conto è la commercializzazione, come ad esempio è stato il caso di Alegas».
Dice Laguzzi che in caso di cessione questi i soldi verrebbero reinvestiti in Amag e non andrebbero ai Comuni soci, Alessandria in primo luogo, come accadde con Alegas.
«Alessandria ha il 70% di Amag, è naturale che si prenda una parte di utili. Ma molti di quei soldi sono rimasti in azienda: grazie alla liquidità è stato possibile portare avanti operazioni da parte del gruppo. Nel 2022 Amag aveva 28 milioni di liquidità, a differenza di oggi. Rava stesso l’ha detto: con quei fondi abbiamo anticipato opere previste con i fondi Pnrr. E viene ribadito in un comunicato dell’11 luglio: la cessione dell’80% di Alegas a Iren mercato ha generato una plusvalenza di 13 milioni 547 mila euro, questo ha permesso di ridistribuirne una parte migliorando la liquidità delle società controllate».
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